Novità dal 2013: 5 dischi in 5 righe, parte 2
Beady Eye – “BE”
Ascoltare sì o no: 69%
Brano migliore: “Iz rite”
La voce di Liam è un bel ricordo. Pace. Alla seconda prova, i Bdi azzeccano buoni spunti, come il brtipoppettone di “Iz rite” (novella “She’s electric”), ma fanno arrabbiare per l’incompiutezza di potenziali classiconi cui manca il colpo di genio che dia la svolta (“Flick of the finger”, “Soul love”). Leggasi, manca Noel.
Brano migliore: “Iz rite”
La voce di Liam è un bel ricordo. Pace. Alla seconda prova, i Bdi azzeccano buoni spunti, come il brtipoppettone di “Iz rite” (novella “She’s electric”), ma fanno arrabbiare per l’incompiutezza di potenziali classiconi cui manca il colpo di genio che dia la svolta (“Flick of the finger”, “Soul love”). Leggasi, manca Noel.
Pet Shop Boys –
“Electric”
Ascoltare sì o no: 75%
Brano migliore: “Love is a bourgeois thing”
Ascoltare sì o no: 75%
Brano migliore: “Love is a bourgeois thing”
Siamo tutti un po’ truzzi dentro, dopotutto. A chi non piace
fare quattro salti in pista, suvvia. Dalle nebbie del passato, riecco spuntare
i Pet Shop Boys con un disco di elettronica pop leggero, divertente,
coinvolgente. Con punte di notevole tamarragine (“Shouting in the evening”).
Ci piace.
Alla fine dell’anno l’avranno
ascoltato in pochi. Ma meriterebbe l’avessero ascoltato tutti. Sarà
campanilismo pavullese, ma possibile che quello dei Wolther sia il miglior
album indipendente italiano del 2013? Di certo è quello più sensuale, e ha spiccati
poteri taumaturgici.
Ascoltare sì o no: 73%
Brano migliore: “Nothing comes to nothing”
Coerenza indie-rock e antidoto a bizze e eccessi. Questo sono per Pete Doherty i nuovi Babyshambles. Non un disco ambizioso, no. Ma un disco onesto, squisitamente immediato e easy-listening. Certo, i fan di vecchia data sbufferanno per un suono troppo pulito per il ragazzaccio sporco della perfida Albione.
Baustelle –
“Fantasma”
Ascoltare sì o no: 50%
Brano migliore: “La morte (non esiste più)”
Brano migliore: “La morte (non esiste più)”
Vado controcorrente, e dico che il nuovo dei Baustelle è un
brutto album. Noioso, pretenzioso e con la puzza sotto al naso. Le intuizioni e
le potenzialità a Bianconi non mancano, eppure si perdono sotto un mare di
spocchia barocca e cervellotici giri di parole per non dire nulla. Sì, meglio I
Cani.
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