D'you know what I mean? - La top ten dei testi nonsense degli Oasis

Sono fermamente convinto del ruolo di Noel Gallagher come miglior songwriter della mia generazione, ma se prendiamo in analisi le sue liriche, è evidente: per la maggior parte, i testi degli Oasis non significano nulla. Recentemente lo ha detto anche Liam: “non ho mai avuto idea del significato delle metà delle canzoni degli Oasis”. L’attenzione ai testi è del resto un retaggio della tradizione musicale italiana, legata al cantautorato, in cui la parola ha priorità rispetto alla composizione. C’è una storia da raccontare, e deve avere coerenza. La cultura pop e rock anglosassone, invece, ribalta la prospettiva, prima la musica poi le parole, delle quali a propria volta è più importante la musicalità rispetto alla coerenza e al significato, come in una filastrocca. Così ti trovi a cantare frasi che ti rimangono scolpite, sono in inglese e lì per lì non ci fai caso, ma poi se ti fermi a pensare a cosa hai appena detto ti rendi conto che non ha né capo né coda. E questo capita per riconosciuti capolavori pieni di accozzaglie di parole alla fin fine sconclusionate. Nei brani degli Oasis, capita di continuo. Non stupisce, del resto, pensando che chi li ha scritti lo faceva perlopiù nel giro di mezz’ora, ubriaco o strafatto. Tanti han provato a darne più o meno cervellotiche interpretazioni, ma il più delle volte la realtà è semplicemente che erano parole a caso che suonavano bene. Qui ho raccolto i miei dieci passaggi nonsense preferiti.




10. Digsy’s dinner
“And your friends will all go green for my lasagne”
Nel suo complesso, per quanto basilare, il testo di “Digsy’s dinner” avrebbe pure una sua coerenza. Ma io non lo so se le lasagne cucinate da un Gallagher potrebbero causare l’invidia a qualcuno.

9. Stand by me
Made a meal and threw it up on Sunday, I've gotta lot of things to learn”

Inutile cercare coerenza in un disco praticamente scritto dalla cocaina come “Be here now”, forse qua Noel si riferiva alle lasagne di cui sopra, che dopotutto forse non erano ‘sto granché. Peccato, perché “Stand by me” contiene nella sua semplicità una delle uniche cose sensate mai scritte sull’amore: “Resta con me, nessuno sa come andrà”.

8. Fade in-out
“Coming in-out of nowhere singin' rhapsody, Y'gotta be bad-enough to wanna be”
Siamo davanti a un pezzo abbastanza unico nella produzione Oasis, pura psichedelia, con tanto di Johnny Depp in versione “Paura e delirio a Las Vegas” alle chitarre. Cosa poteva uscirne se non un testo che non porta da nessuna parte ma suona così terribilmente cool sputato fuori da Liam?

7. Wonderwall
“You’re my wonderwall”
Ovviamente wonderwall è una parola intraducibile, non esiste in alcuna lingua e deriva da un brano di George Harrison. Dice Noel: “No, non vuol dire nulla, ma non suona benissimo?”. Amen.

6. Talk tonight
“All your dreams are made of strawberry lemonade”


C’è una background story che rende questo verso un po’ meno insensato. Dopo un concerto disastroso a Los Angeles, Noel scappa a San Francisco da una ragazza conosciuta un paio di giorni prima con l’intenzione di lasciare la band. Lei lo fa calmare, lo porta a fare un giro, a bere questa limonata di fragole, e alla fine lo convince a tornare col gruppo, e lui si ripresenta con una “Talk tonight” in tasca. Saggia ragazza, grazie. Però senza contesto questa frase resta uno dei più alti momenti da WTF della produzione gallagheriana.

5. Champagne Supernova
“Slowly walking down the hall, faster than a cannon ball”
Tutto il testo di “Champagne Supernova” (a partire dal titolo, una supernova di champagne, cosa?) non ha un gran senso, a parte qualche aforisma qua e là. Prima di un concerto un giornalista lo fece notare a Noel. Che aveva la risposta pronta. “Là fuori ci sono 80mila sconosciuti che si abbracciano e piangono cantando ogni parola di questa canzone, e tu mi vuoi far credere che per loro non significhino nulla? Significano qualcosa di diverso per ciascuno di loro”.

4. Some might say
The sink is full of fishes, she's got dirty dishes on the brain
Non penso serva aggiungere molto altro. Un lavandino pieno di pesci e una tizia con piatti sporchi nel cervello? Nope.

3. She’s electric
“She's got a cousin, in fact she's got 'bout a dozen, She's got one in the oven”
Vedi sopra. “She’s electric” è il brano più beatlesiano degli Oasis, oltre che una sorta di filastrocca con parole deliranti accostate solo per il modo in cui suonano una accanto all’altra. E funziona, no?

2. Supersonic
“I know a girl called Elsa, she's into Alka Seltzer. She sniffs it through a cane on a supersonic train”

Il re dei brani nonsense degli Oasis, che da band sconosciuta si presentò al pubblico con questo primo singolo con un testo formato da un’accozzaglia di parole associate perché stavano bene assieme. “Tutti ci cercano un senso, ma la realtà è che mi è venuta in mente la frase ‘feelin supersonic’ e poi mi sono chiesto ‘cosa fa rima con supersonic?’: A, b, c, d, e, f, g… gin&tonic, perfetto. E così via, solo perché facevano rima”, spiegò Noel. Che scrisse il brano nel tempo impiegato dal resto della band per consumare una cena a base di fish&chips. Poco dopo il brano uscì come primo singolo e la sera stessa per la prima volta la gente ai concerti cantava a memoria ogni parola di una canzone Oasis: “Capisci? Cantavano le parole senza senso che avevo scritto alle fottute 3 del mattino”.

1. Don’t look back in anger.
Tutta


Siamo di fronte a una delle canzoni più importanti e conosciute degli ultimi vent’anni. Uno degli inni da singalong più cantati di sempre. Eppure, a ben guardarci, non è che – al di là del generico invito a lasciar perder il risentimento – il testo ci dica granché. Anzi, lo stesso Noel ammette di non aver mai conosciuto una ragazza di nome Sally, di non avere idea di verso dove stia camminando e perché. È anche uno dei più brillanti esempi di quella che è la vera essenza della musica: il modo in cui la gente ne è influenzata e ne fa una parte della propria vita. “A rendere questa canzone uno straordinario pezzo di musica sono i milioni di persone che in questi anni l’hanno cantata, si sono innamorate e si sono dette addio ascoltandola, non io. Io non ho fatto nulla, son solo quello che l’ha scritta”, disse Noel. E la gente se n’è davvero appropriata e riappropriata. Chi avrebbe potuto pensare che quella canzone scritta sul divanetto di uno strip club di Parigi vent’anni dopo sarebbe divenuta l’inno della resilienza contro il terrorismo? Da quando una ragazza ha iniziato a intonarla durante i funerali delle vittime dell’attentato di Manchester, e l’intera folla l’ha seguita, quelle parole hanno assunto un significato tutto diverso, dando al brano una nuova vita che quel ragazzino che sognava di fare la rockstar vent’anni prima non avrebbe mai immaginato. E oggi "Don't look back in anger" non è più una canzone di Noel Gallagher o degli Oasis, appartiene alla gente. 

Commenti

  1. Risposte
    1. "A" era una prova..!
      Molto utile quest'articolo a me..! Per due motivi almeno..! Almeno fin'ora due trovati..
      🙂😬😐😌😊
      Piacere Daniele🙂😊

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