Anni Novanta, di nuovo voi?
Uno dei fenomeni più curiosi e inquietantemente divertenti
che si possono osservare nel passare del tempo e il mutare della società è come
ogni epoca sviluppi una morbosa e acritica passione per un’altra epoca passata. L’età
dell’oro. Messa alle spalle la mania per gli anni ’50 e le loro danze tra
gonnelline e pin-up, gli anni Dieci verranno ricordati come il momento del revival
anni ’90. Il fatto che tutti o quasi i gruppi in auge allora si sono riformati
e hanno ripreso a fare tour assieme ne è l’indizio principale, ma il punto è
che oggi non puoi uscire di casa senza imbatterti negli anni Novanta, quasi
fossero il tuo coinquilino fuori corso che passa la giornata a ciondolare tra
Piazza Verdi e il pakistano sotto casa. Gli anni Novanta vengono a morderti le
chiappe a ogni pie’ sospinto, dappertutto: nella politica, nella musica, nello
sport. In un’epoca in cui tutto dura pochissimo e mentre esci tronfio e
soddisfatto dall’Apple Store col tuo cellulare da mille euro in un qualche
cazzo di stanzone a Cupertino c’è un tizio con un dolcevita nero che ne sta
presentando il modello più aggiornato, tutto ciò che riguarda gli anni ’90
diventa vintage. E quindi di moda.
Del resto, la si può ben capire questa mitizzazione di quella decade d’oro. La
nostra decade d’oro. Un’epoca in cui praticamente nessuno aveva Internet, e per
quei pochi eletti che l’avevano un’operazione oggi banale come controllare i
film in programma al cinema quella sera era una lunga e intellettualmente
onerosa ricerca; in cui i cellulari servivano solo per telefonare e non lo
facevano nemmeno tanto bene perché non prendevano mai, cosa che oggi sei
disposto ad accettare solo se sei Bin Laden e sei nascosto in un bunker venti
metri sotto terra; in cui per sapere se la ragazza che ti piaceva aveva già un
altro dovevi effettivamente parlarle, invece che sbirciare i suoi ultimi sei
anni di fotografie su Facebook e poi fare congetture; in cui c’erano il grunge, il britpop, il punk e
con indie-rock intendevi gruppi tipo i Pavement; in cui se avevi vent’anni o
giù di lì avevi buone speranze di poter vantare un discreto numero di amici
morti per l’eroina, e non perché finiti contro un palo nel tentativo di guidare
mentre si fanno un autoscatto mentre una quindicenne moldava li trastulla. In
altre parole, gli anni Novanta praticamente sono l’idea di inferno che immagino abbia una ragazzina sedicenne del 2013.
Mi chiedo allora tra vent’anni che cazzo mai troveremo da mitizzare dei Dieci?
Quant’era figo regalare l’iPhone a tua figlia e non sapere che lo usa per scrivere
porcate su WhatsApp? Justin Bieber e gli One Direction? L’mdma nelle
bottigliette d’acqua minerale? I manifestanti vari che credono che il mondo si
sia fermato al Social Forum del 2001? Non lo so, ma sono certo che se siamo
riusciti a fare delle Spice Girls un mito, qualcosa lo troveremo.
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