Balotelli non farti illusioni
(con tante scuse per il fuoritema calcistico)
Balotelli sbaglia: non è che abbia scelto d’essere italiano,
lui è assolutamente italiano, nel bene e nel male. Compreso per uno dei nostri vizi più radicati: illudersi che la colpa sia sempre di qualcun altro.
Badate bene, ci vuole un idiota a pensare che l’Italia sia uscita dal Mondiale
solo per colpa di Balotelli. C’è molta gente che ha più colpe di lui. Ma
convincersi che le critiche, tutte, arrivino solo perché è nero; che i
contestatori, tutti, siano razzisti, è assurdo, oltre che dannoso per Mario
stesso a livello di crescita professionale. Balotelli non correggerà mai i suoi
difetti, non diverrà mai un campione, se continua a pensare, o a illudersi, che
tutti ce l’abbiano con lui perché è piccolo e nero.
Che parte degli insulti ricevuti siano razzisti è senz’altro vero, non è la prima né l’ultima volta che accade. E che l’Italia sia un paese in cui ancora il razzismo sia presente è anche vero. Ma questo non significa che se si critica una persona di colore si sia razzisti: questo sì che sarebbe razzista, sentirsi in colpa nel dare un giudizio negativo su un uomo di colore. Non si può fare del calcio un caso geopolitico ogni volta, qui si sta parlando solo di un giocatore da cui tutti s’aspettavano molto e ha steccato, di una personalità pubblica che è sempre stata sopra le righe e da anni ha fatto di tutto per essere al centro dell’attenzione. Puoi amarlo o odiarlo, come fai con tutti i personaggi di questo tipo, ma non lo fai per il colore della pelle. O meglio, qualcuno lo farà, ma la maggior parte delle persone che lo odiano lo valutano come un uomo odioso e non come un "negro".
Che poi sia stato caricato di aspettative eccessive,
che si volesse facesse il top player che ancora non ha dimostrato di essere, è
vero. Ma per primo, e da anni, è stato lui a incoraggiare quest’etichetta, non
solo i giornalisti (ma, dopotutto, c’è forse cosa in Italia che non sia colpa
loro?). Si è spesso esagerato nel rendere ogni balotellata notizia? Sì, ma il
mestiere che fa prevede si metta in conto di essere sotto i riflettori, sempre.
Mi tocca tornare a citare Noel Gallagher (uno che odia tutti e che di Balotelli
dice che è “l’uomo migliore sulla terra”, forse perché s’assomigliano tanto):
“Non capisco le star che si lamentano del prezzo del successo, andassero a
lavorare da McDonald’s, se non gli piace”.
Balotelli potrebbe essere tipo Owen,
esploso giovanissimo per poi non confermare le attese (però lui vinse un
Pallone d’oro). È diventato la stella da cui volere di più, da cui aspettarsi un
valore aggiunto. In Sudafrica tutti crocifissero Lippi soprattutto per aver
lasciato a casa Balotelli: anche allora, mi pare, era nero. E non ricordate per
caso le orde di insulti e critiche a Baggio dopo quel rigore nel ’94, a Del
Piero dopo quei gol sbagliati nel 2000, a Totti dopo quello sputo nel 2004?
Vennero crocifissi a loro volta, e stiamo parlando di gente che al calcio
italiano ha dato infinitamente più di Balotelli. Perché per lui dovrebbe essere diverso? Riservargli un trattamento più tenero per non rischiare di sembrare razzisti, questo sarebbe grave. Perché chi ha seguito o
lavorato almeno un po’ nel calcio sa che, piaccia o no, funziona così, che si vive d’esagerazioni,
che se fai bene sei un eroe e se sbagli una settimana dopo sei un idiota. Non c’entra
la pelle. Nel frattempo, l’unica cosa cambiata rispetto al trattamento riservato a Baggio, Del Piero, Totti e tanti altri come loro, è l’arrivo dei social network
che, come beppegrillo.it e le pagine Facebook dei quotidiani insegnano, tirano
fuori il peggio di tutti noi.
Breve parentesi: Buffon e De Rossi hanno criticato i giovani, e tutti quelli che ora difendono Balotelli dall'accanimento hanno subito dedotto che criticassero solo Balotelli. Ma nomi non ne hanno fatti. Ma, per dirne due, l'inutile Cerci e l'impalpabile Insigne, magari non ce n'era pure per loro? Invece no, era di certo un insulto solo a Balotelli, il "negro sacrificale", come qualcuno l'ha definito. Coda di paglia, eh?
Il fatto è che Balotelli s'è fatto odiare da chiunque ci abbia lavorato assieme: Mourinho che l'ha lanciato, a Mancini che l'aveva sempre difeso ha messo le mani addosso, tutto lo spogliatoio della Nazionale, persino padre Prandelli. Difficile pensare a un caso. Normalmente, passati i 20 anni capisci che se tutti quanti ti davano del coglione, non era per una cospirazione che il mondo tramava contro di te, ma perché eri un coglione. Mi auguro per Balotelli e per il calcio italiano, che è anche il suo, che lo capisca pure lui. Altrimenti - già a 24 anni la sua carriera l’ha fatto passare dall’Inter del triplete, a un grande City, al peggior Milan degli ultimi 20 anni, a zero offerte future – non vorrei vederlo tra 3-4 stagioni svernare nel Guanghzou.
Il fatto è che Balotelli s'è fatto odiare da chiunque ci abbia lavorato assieme: Mourinho che l'ha lanciato, a Mancini che l'aveva sempre difeso ha messo le mani addosso, tutto lo spogliatoio della Nazionale, persino padre Prandelli. Difficile pensare a un caso. Normalmente, passati i 20 anni capisci che se tutti quanti ti davano del coglione, non era per una cospirazione che il mondo tramava contro di te, ma perché eri un coglione. Mi auguro per Balotelli e per il calcio italiano, che è anche il suo, che lo capisca pure lui. Altrimenti - già a 24 anni la sua carriera l’ha fatto passare dall’Inter del triplete, a un grande City, al peggior Milan degli ultimi 20 anni, a zero offerte future – non vorrei vederlo tra 3-4 stagioni svernare nel Guanghzou.
Commenti
Posta un commento