Hit me baby, one more time


Possiamo raccontarcela quanto vogliamo, il grunge, il britpop e tutto il resto, ma il 12 gennaio di vent'anni fa usciva il vero disco simbolo della nostra generazione. Non tanto perché non conosco nessuno nato tra il 1980 e il 1990 che non abbia mai visto questo video, quanto per come rappresenta lucidamente la seconda metà degli anni '90, ovvero quella che l'amico Leonardo Nesti giustamente definisce "l'epoca più felice della storia dell'umanità", e giustamente citando questa canzone.
Il boom economico (reale eh), l'avanzamento tecnologico mai così rapido, e dunque la giustificata frivolezza, l'eccitazione per un futuro che un po' come accadeva per la scolaretta Britney nonostante i problemi quotidiani si prospettava come un giorno migliore per te e tutta l'umanità, un periodo d'ingenuo ottimismo in cui anche nei momenti più difficili potevi dirti "vedrai, andrà tutto bene" e crederci veramente: prima di risvegliarci nel 2001 pensavamo, e non è questione d'età, che saremmo stati tutti ricchi, sereni e realizzati, e che questa cosa sarebbe durata per sempre.
Immaginarsi poi aver vissuto la propria adolescenza personale durante il periodo dell'adolescenza collettiva dell'uomo (occidentale). Ed è tutto dentro quel video e quel disco

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