Date a Cesare quel che è di Cesare!
Cesare Cremonini, "Logico"
Ascoltare sì o no: 80%
Brano migliore: "Io e Anna"
Quando ho sentito “Logico#1” nel mieloso spot di un cornetto
gelato, ho avuto l’unica reazione umanamente possibile: che palle, l’ennesima
banale canzoncina rosa da romanzo Harmony prestata ai pubblicitari. Una volta
ascoltata tutta la canzone, e il disco che lancia, ho dovuto ricredermi.
“Logico#1” è un brano molto migliore di quello ingannevolmente presentato nello
spot, con un testo tutt’altro che banale e una costruzione musicale raffinata e
di una sua complessità. Come gli Imagine Dragons che incontrano Samuele Bersani
durante un festival estivo. E il singolo di lancio è un buon modo per raccontare
la sorpresa che coglie durante l’ascolto dell’intero nuovo disco di Cesare
Cremonini. La butto lì subito, all’oscuro di quel che succederà da qui a
dicembre: “Logico” si candida al titolo di miglior disco italiano dell’anno.
Non sono canzonette, anche se magari possono ingannevolmente sembrarlo.
Cremonini gioca col suo passato senza pensarci troppo e senza l’ansia da
prestazione di chi dovrebbe dimostrare qualcosa, gioca col suo amore per la
musica brit, gioca con l’ascoltatore. E ne cava fuori risultati davvero
notevoli, soprattutto nel panorama della musica leggera italiana. In
particolare, ci spiega perché pop non è una parola offensiva. L’episodio più
smaccatamente radiofonico è “Grey Goose”, quella che il cantautore bolognese
stesso ha definito “la 50 Special dei miei 34 anni”. In effetti, quindici anni
fa imparai da lui che Benson era una marca di sigarette, imparo oggi sempre da
lui che Grey Goose è una marca di vodka. Il risultato è un pop molto estivo,
assai diverso dalla malinconica ballata che ne segue, “Io e Anna”. Forse il
fiore all’occhiello dell’intero album, un brano che in mano a dei Modà
qualsiasi avrebbe potuto essere l’ennesima lagna mielosa e invece Cremonini
riesce a far diventare una canzone con una sua profondità, essenziale ma
strutturata, e che sa toccare le emozioni senza retorica inutile. Applausi. Un
po’ Rem, un po’ Travis, un po’ Stereophonics, l’altro punto chiave di “Logico”
è “Fare e disfare”. Destrutturata, ricca di temi che vorresti approfondire. Da ascoltare
e riascoltare.
Passi falsi ce ne sono, ovvio, come la vuota “Quando sarò milionario”, e soprattutto
ci sarebbe da far notare che quegli inserti in inglese saranno anche utili a
Cremonini per soddisfare il suo citazionismo anglosassone ma non servono a
nulla nell’economia delle canzoni. Tanto più se la sua scrittura in italiano è
cresciuta di parecchio negli ultimi anni e ora funziona assai bene. C’è poi una
“John Wayne” che parte da una base ancora vagamente alla Rem ma poi, pur
godibile, fa più promesse di quelle che può effettivamente mantenere.
Non scrivevo qua da mesi, e il ritorno è un coming out in piena regola. Ecco
qua, allora. Si può ascoltare trenta secondi di pubblicità per gelatai e
fermarsi lì, oppure ci si può mettere le cuffie spogliati di pregiudizi e dare
a Cesare quel che è di Cesare.
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