Siamo seri(e)? Ovvero, come rovinarsi l'adolescenza in 42 minuti


La nuova stagione di X-Files ha lasciato tante perplessità e qualche sorriso. Mulder, riguardato oggi, appare una specie di nerd buffo non più tanto “spooky”, più simile ai protagonisti di The Big Bang Theory che ai colleghi di True Detective. La domanda è: è mai stato qualcosa di diverso da questo? Forse anche nei gloriosi anni ’90 lo era, ma non ce ne accorgevamo. E allora di quante altre cose non ci siamo accorti dei nostri eroi d’un tempo? Cosa diremmo davanti ad altre serie d’allora riesumate oggi?


Prendete Dawson’s Creek, un guilty pleasure più o meno inconfessabile per tanti di noi. James Van Der Beek stesso ci ha giocato su con Don’t Trust the Bitch in Apartment 23. Al di là delle crisi isteriche e delle seghe mentali che tormentavano il giovane Dawson, i problemi veri a riguardarci oggi erano altri. Joey sembrava tanto carina, la ragazza dei sogni. E invece a guardarci a posteriori era una ragazzina odiosa, la professorina santarellina che ti giudica sempre e comunque dall’alto di una superiorità morale autoconferitasi. Insomma, una con cui non andresti a prendere neppure una birra. Che poi del resto ti guarderebbe male come fossi un tossico tipo Trainspotting solo perché non hai scelto un estratto di guaranà bio ed ecosolidale. 
Jen, al contrario, era quella che era sempre guardata dall’alto al basso, con un tono di paternalistico rimprovero per le sue riprovevoli azioni, prima della conversione finale. Il tutto perché, udite udite, ogni tanto si concedeva un po’ di sesso occasionale con uno sconosciuto oppure una sbronza. In sostanza, Jen era l’unica persona normale di tutta la serie, e infatti è stata puntualmente punita con una morte orrenda nel finale.
E se la casa di 7th Heaven sembrava probabilmente una riunione tra parlamentari per discutere sulle coppie di fatto, che dire delle Gilmore Girls, aka Una Mamma per Amica, altra serie che tutti abbiamo guardato giustificandoci dando la colpa a un telecomando appoggiato troppo lontano dal divano per poter cambiare canale dopo I Simpson. A parte che nei 150 episodi ci sono più contraddizioni che nel Pd, più che complesso d’Edipo qui sfioriamo una sindrome da Norman Bates. E Rory, suvvia, fai tanto la ragazza di sani principi, alla ricerca del vero amore, e poi mi scegli il biondino ricco&famoso?
E Buffy l’Ammazzavampiri? Scusate, ma la giovane Sarah Michelle Gellar poteva fare tutto quel che voleva, per quanto mi riguarda. E poi vedere Allyson Hannigan prima di American Pie e di diventare Lily mi fa sempre sorridere. A proposito, di Friends non abbiamo bisogno di revival, visto che la sua versione riadattata al nuovo millennio l’abbiamo già avuta e gustata con How I Met Your Mother. Per tutto il resto c’è Netflix.    

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