"Love": the indiest thing on Netflix

Non solo “Love” è probabilmente la miglior produzione originale presente su Netflix Italia, la nuova creazione di Judd Apatow è la serie più indie apparsa recentemente sugli schermi. Nel raccontare la storia di questi due giovani adulti che si rincorrono a vicenda senza mai realmente trovarsi, perché quando sembra fatta uno dei due finisce per mandare tutto all’aria trovandosi incapace di rinunciare alle proprie fissazioni e a instaurare una dinamica del “noi” al posto di quella di un “io e te”, “Love” ci regala diversi momenti e citazioni che la rendono particolarmente gustosa per il lettore medio di Nme.

   1)  La festa più indie che ci sia. Nella quarta puntata, Mickey invita Gus a un party a casa di amici in cui ovviamente tutto va storto. A un certo punto, il nostro nerd invece che seguire la donna di cui è innamorato a “parlare” in giardino preferisce continuare a esibirsi in una jam session in salotto. Del resto, come dargli torto? Con lui a suonare c’è Mark Everett degli Eels, e stanno facendo “Jet” di Paul McCartney e i Wings. In più, in quell’episodio fa un cameo la cantante della band 90’s Royal Trux, a un certo punto si cita Elliot Smith e sulle pareti dell’appartamento c’è un poster dei Black Keys. Altro?

     2) Andy Dick, e la colonna sonora. In un’altra puntata, Mickey, che dovrebbe essere sobria da un anno dopo la terapia di gruppo, dopo una serata passata a sbronzarsi incontra un eccentrico personaggio chiamato Andy che altri non è se non Andy Dick.  Li vediamo scorrazzare in un delirante viaggio in metropolitana sotto l’effetto di sassofrasso, “that’s basically ecstasy”, come nota Mickey, durante il quale la colonna sonora la fornisce la punk band di Los Angeles dei Fidlar. La soundtrack dello show comprende poi Eddie Vedder, Jamie Xx, !!!, Elvis Costello, James, Social Distortion e tanti altri. Tra cui spicca una “Blister in the sun”, “l’unica canzone dei Violent Femmes che tutti conoscono”, suonata da un pianista fantasma su cui Mickey e Gus si esibiscono in un divertito sing-along.

  3)  Le magliette. Gus gira con le t-shirt dei Foo Fighters e altre cose ancora più geek, la maglietta dei Beach Boys di Mickey è impossibile da non amare, il suo ex cocainomane sembra avere in armadio solo il merchandising di band hardcore punk californiane.

 4) I social. Quante volte guardando un film o una serie avete urlato contro lo schermo chiedendovi perché mai queste persone sembrassero non poter usare mai un cellulare quando, o monitorare le reciproche attività sui social? Finalmente uno show veramente contemporaneo che prende atto del mondo multimediale in cui viviamo. L’incontro che segna il finale di stagione non sarebbe possibile senza Instagram, Mickey nell’apice delle sue paranoie non smette di spulciare anni e anni di post Facebook di Gus. Devi andare da qualche parte? Non chiami il taxi, c’è Uber. Devi andare a cena? Prima controlli le recensioni del ristorante che hai scelto su Yelp.

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