La canzone monotona
Strano destino per gli Elio e le Storie Tese: disdegnati e snobbati
quando erano geniali e intelligentemente irriverenti; intoccabili ora che sono
stucchevoli e noiosi. Ok, lo vogliamo dire? Per quanto ancora potranno
nascondere il fatto di non avere più uno straccio d’idea dietro al fatto di
essere tanto bravi tecnicamente?
Molti mi odieranno per quanto scritto, quindi lo preciso: io
degli Elii sono un fan, a tutti noi hanno dato anni di citazioni, frasi e suoni
che continuamente ci raccontavamo tra noi, li ho visti almeno una decina di
volte dal vivo, sempre con soddisfazione. Per questo la delusione è maggiore. A
forza di tirare la corda, si spezza. E qui non parlo di quanto dietro all’immagine
da alternativo Elio stesso sia tra i personaggi più sputtanati dello showbiz,
tra reality e le canzoni scritte per prodotti commerciali vari. È già stato
detto, poco m’interessa e tutto sommato fa bene a farlo, se può.
Condito da malcelata spocchia, peraltro. E qui gli sbadigli
diventano fastidio. Addirittura sbandierare la loro superiorità tecnica e
menarcela persino nei testi – ancora una volta – su ‘sto fatto che suonano
meglio della gran parte dei colleghi, sottolineando esplicitamente quanto è
difficile la roba che fanno (“Ritmo sbilenco”). Sì, va bene, il prog rock,
Frank Zappa e tutto il resto. Le abbiamo colte, le citazioni. Ma quanto dovete
menarcela ancora, con questa storia? Davvero, se voglio ascoltare i King
Crimson o la Pfm, ascolto i King Crimsono o la Pfm. Ok, ora sono un po’
irritato. Penso mi andrò a gustare tutti i tre accordi serviti per “Nevermind”.
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