Generazione Bataclan?
L’ho
letto ancora, da altre parti. Ora basta. Ormai l’etichetta “Generazione Bataclan” è quella
con cui avete bollato tutto l’universo dei 20-30enni odierni. Sottintendendo
che è quella delle birrette e degli apericena, dei social e del disimpegno che
oh, d’un tratto s’è resa conto che c’è un brutto mondo reale fuori dai club. Al
Bataclan potevo e potrò esserci io, certo, così come uno qualsiasi dei miei
amici, e grazie per averci dato un senso d’appartenenza comune, ma no, non
siamo la Generazione Bataclan.
Invece, siamo forse la prima generazione dai tempi
della guerra a cui i genitori lasceranno in eredità un mondo peggiore di quello
che avevano trovato loro. Non vuole essere una scusa, sia chiaro, perché ora
tocca a questa generazione porre le basi per cui se non i nostri figli, che
forse potrebbero essere già spacciati, ma almeno i nostri nipoti, possano
trovarsi a crescere in un mondo migliore di quello che ha accolto noi mentre ci
affacciavamo alla vita adulta. Non vuole essere una scusa, no, ma è un vociare
osceno quello di alcuni 50-60enni di oggi (ovviamente quanto segue non riguarda tutti, qualcuno ci ha provato, nel suo privato o in scala più ampia), quelli che invece che chiedere scusa
ci guardano dall’alto al basso prendendoci in giro per le foto su Facebook,
dandoci dei fannulloni, umiliandoci e ripetendo che “noi alla vostra età…”. Voi
cosa, di grazia? Voi alla nostra età avete creato i presupposti per una società in cui arrivismo,
nepotismo, raccomandazioni e la legge del più furbo sono la norma, e non una
devianza, qualcosa da accettare in partenza se vuoi stare al mondo. Alla nostra
età avete accaparrato tutto l’accaparrabile creando un mondo del lavoro in cui
la maggior parte di noi non potrà mai nemmeno sperare di guadagnare un giorno
quello che alcuni di voi prendono di pensione, e pure se ne lamentano, mentre noi siamo
destinati a vivere una vecchiaia infernale. Voi avete creato un sistema di
politica estera e di cultura ottusa e reazionaria che ha fatto sì che in futuro
guerra da una parte e terrorismo dall’altro saranno una quotidianità con cui
dovremo convivere tutti. Eppure avevamo pure provato ad avvertirvi che sarebbe
andata così. Come dite, voi a diciott’anni facevate il ’77, mentre noi gli
scioperi per la carta igienica nei bagni delle scuole? Può essere, ma bisogna
dirvelo: se i risultati sono questi, forse avreste fatto meglio a farvi un Erasmus.
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